Emmy 2016; tirando le somme

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di Pasquale Severino

Cala anche quest’anno il sipario sulla più rilevante e satinata Kermesse televisiva del Globo: I Primetime Emmy Awards. Il Microsoft Theatre di Los Angeles si spegne, in quel distretto fra  Sunset e Whilshire Boulevard che parecchio cinema chiama casa, dopo una notte di stelle trionfi e omaggi alla galassia del piccolo schermo, fra conferme e smentite, fra serial ormai pianeti mastodontici, circondati da prodotti satellite, e imprevedibili quanto accattivanti meteore, pronte a sconvolgere l’equilibrio del panorama televisivo (basti pensare a Stranger Things e a parte dei suoi adorabili protagonisti esibitisi nel preshow della manifestazione, sulle note di Uptown Funk ). Continua a leggere

Lo zenit dell’arte in tutte le sue forme: una domenica al LAC di Lugano – 2 puntata

di Emiliano Rossi

Ultimamente scrivevamo di quanto ambizioso sia il progetto del LAC, il nuovo gioiello della cultura inaugurato a Lugano nel settembre dello scorso anno, con l’obiettivo di riunire in un unico luogo forme diverse di espressione artistica, ponendole al servizio della collettività. LAC come crocevia tra nord e sud, LAC come punto di convergenza di esperienze diverse, LAC come incentivo a scoprire, raccontare, capire, proprio lì, davanti al lago della cittadina svizzera che così tanti significati ha rivestito nella progettazione dell’edificio e della sua filosofia identitaria.

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Lo zenit dell’arte in tutte le sue forme: una domenica al LAC di Lugano – 1 puntata

di Emiliano Rossi

Non sempre l’inaugurazione di un museo è una grande notizia: in Italia siamo abituati ad un certo disfattismo condito dalla solita autocommiserazione e da quella cultura della lamentela che spesso finisce per offuscare anche ciò che di positivo vantiamo. Tutto è travolto da un mare di polemiche e controversie – spartizione delle poltrone e costi dell’operazione in primis – che finiscono col rendere marginali anche le belle notizie. In Svizzera questo non succede: lo scorso settembre, nella cornice lacustre di Lugano, a un’ora di treno da Milano, l’inaugurazione del LAC Lugano Arte Cultura (http://www.luganolac.ch/) sembra aver messo tutti d’accordo. Un “centro culturale” (perché “museo” fa molto secolo scorso…) davvero al passo coi tempi. E qualcosa da imparare ci sarebbe…

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Il filtro del cinema e l’estetica dell’estremo

di Giovanni Timpano

Anche in un’epoca dominata dalle immagini, la questione di quale sia il limite oltre il quale il cinema non dovrebbe avventurarsi è ancora attuale. Farewell to Hollywood (2013), The Other Side (2015; Louisiana) e The Act of Killing (2012) sono tre documentari dall’impatto visivo quasi traumatico, ma che per questo si prestano ad offrire punti di riflessione interessanti su un diverso approccio estetico alla realtà.
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Orange Is the new Black: how can we get back to reality?

di Valeria De Bacco

Giugno non è solo il mese dei primi bagni, della rincorsa alla tintarella per non mostrare in spiaggia quanto lungo sia stato anche quest’anno l’inverno e dell’anguria fresca di frigo, mangiata con gli amici e magari un po’ di vodka. Giugno è anche il mese che tutti gli appassionati di Orange Is the New Black, per gli amici OITNB, stavano aspettando. Tra otto giorni esatti, sarà infatti possibile scoprire le nuove avventure che la prigione ha riservato a Piper e alle sue compagne di detenzione. Almeno per quanto visto fino ad oggi, è proprio il caso di dire che a Litchfield non è mai detta l’ultima parola.

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«Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior». Fiore esprime la bellezza, laddove sembra non esserci più nemmeno la speranza

di Valeria De Bacco

Così cantava De André e queste sue parole sembrano accordarsi perfettamente alla trama di una storia che, carica della stessa raffinata poesia, irrompe sullo schermo con l’energia graffiante e spavalda della gioventù e così, senza chiedere il permesso, come si addice a chi ha tutto davanti e nulla da perdere, riesce a descrivere il profumo ancora acerbo di un giovane amore. Fiore è un film delicato e potente, che esplode nel cuore di chi lo guarda costringendolo ad avere di nuovo vent’anni e un vulcano nel petto.

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Speciale Cinevasioni: il carcere apre le porte alla settima arte. Il viaggio di Revelstoke: emigrare, storia di ieri e di oggi

di Grazia Di Cesare

Prosegue il Cinevasioni Film Festival presso il carcere Dozza di Bologna: giovedì è stato proiettato il documentario Revelstoke – Un bacio nel vento di Nicola Moruzzi, un’opera commovente che parla d’amore e del viaggio compiuto dal protagonista alla ricerca delle proprie radici.

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Speciale Cinevasioni. Il carcere apre le porte alla settima arte. Jeeg Robot vola anche al Dozza: quattro chiacchiere con il regista Gabriele Mainetti

di Denise Penna

Al carcere Dozza, per una delle ultime giornate di Cinevasioni, entra finalmente il caso cinematografico italiano dell’anno, Lo chiamavano Jeeg Robot (https://fuoricorsoblog.wordpress.com/2016/03/22/lo-chiamavano-jeeg-robot-le-avventure-di-enzo-ceccotti-supereroe-cacio-e-pepe/), un film che già prima di essere scelto per la competizione aveva ricevuto diversi consensi da parte dei detenuti. Posti esauriti in sala al momento della proiezione, un lunghissimo applauso e un intenso dibattito alla fine: le avventure di Enzo Ceccotti, al di là dell’esito del concorso, hanno sicuramente saputo conquistare il cuore degli spettatori alla loro prima proiezione, riconfermando l’approvazione da parte di chi invece aveva già avuto modo di gustarsele.

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Speciale Cinevasioni: il carcere apre le porte alla settima arte. L’importanza di avere fede si scopre sorridendo: Se Dio vuole di Edoardo Falcone

di Denise Penna

La terza giornata di Cinevasioni si è svolta all’insegna di un apparente disimpegno. Dopo i temi sportivi (e non solo) di Zanetti Story la proiezione pomeridiana si è dunque concentrata sulla commedia, senza però tralasciare questioni filosofiche. Ospite della manifestazione è stato infatti Edoardo Falcone, regista del delizioso Se Dio vuole, che sotto un velo di leggerezza nasconde numerosi spunti di riflessione.

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Speciale Cinevasioni: il carcere apre le porte alla settima arte. Il gioco più bello del mondo fa il suo ingresso in concorso con Zanetti Story: Javier, il capitano silenzioso, affascina anche la platea dei “non addetti ai lavori”.

di Luisa Djabali

La mattinata di Cinevasioni si apre nel segno del pallone. Simone Scafidi e Carlo A. Sigon presentano il loro Zanetti Story (qui ill trailer https://youtu.be/hihT-hlpudc ), dedicato a una delle figure più amate e rispettate  del calcio internazionale, Javier Zanetti. A fare da contraltare alle testimonianze di chi lo ha conosciuto e ai filmati di repertorio, ci sono i racconti di Albino Guaròn, misterioso scrittore argentino non vedente, che decide di scrivere un libro sul celebre compatriota.

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Speciale Cinevasioni: il carcere apre le porte alla settima arte. E al documentario, con le opere di due registi emergenti: “Sponde” di Irene Dionisio The Lives of Mecca di Stefano Etter

di Eleonora Galloni

Dalle lettere che sorvolano il mare agli handballers newyorkesi, i partecipanti più giovani del Festival Cinevasioni, Irene Dionisio e Stefano Etter, dipingono con i loro documentari, Sponde e The Lives of Mecca, due toccanti realtà sociali. Un pomeriggio per riflettere, per raccontare e raccontarsi, segue la proiezione mattutina del film di Francesco Rosi Fuocoammare (https://fuoricorsoblog.wordpress.com/2016/05/12/speciale-cinevasioni-il-carcere-apre-le-porte-alla-settima-arte-back-to-reality-la-seconda-giornata-di-festival-si-apre-nel-segno-del-documentario-e-dellopera-di-gianfranco-rosi-fuocammare/), per una seconda giornata di Festival ricca di spunti e riflessioni.

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Speciale Cinevasioni: il carcere apre le porte alla settima arte. Back to reality: la seconda giornata di festival si apre nel segno del documentario e dell’opera di Gianfranco Rosi Fuocammare

di Luisa Djabali

La seconda giornata di Cinevasioni è stata condotta all’insegna del documentario, con la proiezione dell’opera di Francesco Rosi, Fuocoammare, che ha da poco conquistato la Berlinale aggiudicandosi l’Orso d’oro. La sessione pomeridiana ha inoltre sancito l’ingresso in concorso delle opere di due giovani registi: Irene Dionisio, che ha presentato Sponde. Nel sicuro sole del nord e Stafano Etter con The lives of Mecca.

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Speciale Cinevasioni: il carcere apre le porte alla settima arte. Dio esiste e vive a Bruxelles come metafora di prigionia e riscatto

di Eleonora Galloni

E se vi dicessero che Dio esiste e passa le sue giornate a regolare “le leggi della sfiga universale” dal suo secolare computer, nel suo banalissimo appartamento al centro di Bruxelles? A raccontarci l’identità di questo impensabile Dio è qualcuno che lo conosce molto bene: sua figlia. Proprio così, sua figlia. Jaco Van Dormael ribalta e sconvolge completamente gli attributi della divinità, in quella che è forse la più dissacrante tra le commedie realizzate sulla sacralità della fede. Con questo film si è aperto il festival Cinevasioni, che a partire da oggi e per tutta la settimana proporrà un intenso calendario di proiezioni all’interno della casa circondariale di Dozza.

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Speciale Cinevasioni: il carcere apre le porte alla settima arte. Il Festival del Cinema in Carcere si racconta nella giornata di apertura, conquistando pubblico e critica

di Grazia Di Cesare

A partire da oggi, la Casa Circondariale “Dozza” di Bologna si trasforma in location festivaliera per accogliere la prima edizione di Cinevasioni, Festival del Cinema in Carcere (http://www.cinevasioni.it/). Il festival, che terminerà nella giornata di sabato 14 maggio, vedrà i detenuti nella veste di giurati e spettatori impegnati nel selezionare il miglior film/documentario, cui sarà assegnato il premio la “Farfalla di Ferro”, realizzato dagli stessi detenuti. Ecco le considerazioni degli organizzatori, espresse in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento, tenutasi lo scorso 5 maggio.

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Quante volte è stato detto che la storia non si fa con i “se” e con i “ma”? Beh, per fortuna qui siamo al cinema, dove i “se” possono anche cambiare il corso degli eventi

di Valeria De Bacco

Immaginate di camminare sereni nella tranquillità della vostra città. Ogni lampione, cespuglio e panchina al proprio posto, le strade quelle di sempre. Nulla sembra poter turbare il rigore di una quiete apparente, la cui forma non ricorda più il motivo di un’importante conquista, ma una spavalda certezza collaudata dal tempo. Se nell’abitudine delle vostre vite comparisse ora il fantasma di un passato così imponente da trovare ancora l’energia di agire sul presente e mutare il futuro, voi cosa direste? È storia, è passato, è fantasia o è pura follia? Oppure è Lui è tornato, il film di David Wnendt che riflette su Hitler al tempo degli amici virtuali e delle frontiere reali.

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Le confessioni di Roberto Andò, quando il silenzio parla più di ogni parola

di Valeria De Bacco

Un albergo nella Germania del nord, otto ministri, il direttore del Fondo Monetario Internazionale, una scrittrice, un musicista ed un monaco. E il cane. Così si presenta al pubblico l’ultima opera del regista palermitano Roberto Andò, che apre il proprio baule di conoscenze per dare vita ad un film complicato, crudo e poetico al tempo stesso, uno di quei film che impongono all’anima una riflessione, ma le regalano il dono inestimabile del cambiamento.

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“Reboots are made for cash-in(?)”: quando il remake la fa da padrone.

di Pasquale Severino

È  più  facile  cambiare l’insegna  ad  un  locale  e  affiggervi  di  fianco  un  cartello “Nuova Gestione” che ricostruirlo  dalle  fondamenta, più  agevole  smussarne  i  tratti  più  obsoleti,  superati,  e  restaurarlo, barcamenandosi su un  labile  confine fra  l’ennesima procreazione  assistita figlia  di  industria  culturale  e  ricerca  di  marketing,  e  l’afflato  mistico  che  di tanto  in  tanto  uno  o  più  visionari  riescono  ad  infondere  in   una  creazione preesistente,  a  volte morente, altre già  da tempo tumulata.

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Storie di mare e di carbone: il viaggio di Gian Luca Rossi nelle terre di Saline

di Valeria De Bacco

In quest’ultima edizione di Cinemambiente (http://www.cinemambiente.it/), il Festival di Cinema che da ormai diciott’anni si svolge a Torino, baluardo moderno della tutela ambientale, ha partecipato anche un regista che dalle vette innevate della Valle d’Aosta ha scalato il palco per ritirare il Primo Premio della Giuria al Miglior Documentario Italiano. Per festeggiare questo successo, ci ha raccontato alcuni segreti del film, regalandoci anche qualche aneddoto personale.

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Impara l’arte e mettila da parte: Hitchcock/Truffaut racconta il regista dei registi

di Valeria De Bacco

Per tutti gli addetti al mestiere e i cultori della materia, ma anche per tutti gli appassionati della Settima Arte, Il cinema secondo Hitchcock costituisce indiscutibilmente uno dei punti di riferimento dell’universo cinematografico, bussola indispensabile per orientarsi nella moltitudine di significati e significanti espressi dal linguaggio audiovisivo. Frutto dell’incontro tra due grandi del cinema, il libro, scritto da François Truffaut alla fine degli anni Sessanta, sotto la guida sapiente di Kent Jones è oggi diventato un film documentario altrettanto imperdibile. Presentato al Festival di Cannes 2015, è uscito nelle sale cinematografiche indossando l’abito delle feste, dal 4 al 6 di aprile.

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Un Apple movie, non propriamente Jobs

di Carolina Altilia

“E’ cambiata solo una cosa. Tutto.”. Così è stato sponsorizzato l’ultimo modello di i-phone creato di recente dalla Apple. Una frase che racchiude in sé tutte le pretese e le aspettative di colui che ha fondato questa impresa: Steve Jobs. Se l’ultimo film a tema genio informatico ha riscosso abbastanza successo e ben due nominations agli ultimi Oscar, non si può propriamente dire lo stesso del precedente lavoro. Che sia forse da attribuire più al mito che alla storia reale l’interesse per questa figura del jet set ancora così gettonata?

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