Tremate! Tremate! Le strategie di marketing son tornate!

di Jlenia Lasaracina

L’equazione è semplice: per fare film servono soldini e per racimolarli, c’è bisogno, tra le altre soluzioni, di investimenti pubblicitari.

Noi, che abbiamo appena sudato per passare l’esame di Economia dei Media, qualcosina la sappiamo. La pubblicità può manifestarsi nel prodotto culturale stesso che finanzia. Il concetto di product placement, come strategia di pubblicità indiretta, dovrebbe suonare abbastanza familiare e se non lo è, pregate Iddio di non incontrare mai nella vostra vita un capo così:

Sei licenziato! (e mi fai anche un po’ schifo, brutto punkabbestia del DAMS!)

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R.I.P. – Rest In Promotion: schiattare non ha mai fruttato così tanto

di Gabriele Prosperi

Quando si parla di gente che muore è difficile non passare per morbosi (soprattutto se è il secondo o terzo post in cui lo fai… mea culpa). Puoi metterla nel modo più ironico che ti riesce ma, in fondo in fondo, il punto è sempre quello: la morte non ci piace, è brutta. E allora mi chiedo: perché stanno schiattando un sacco di personaggi storici nelle serie animate?!

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La guerra dei Titani: The Pirate Bay vs USA

di Valentina Marzola

Una guerra tra Titani, questo è quello che traspare vedendo TPB-AFK  (che sta per The Pirate Bay – Away From Keyboard), documentario realizzato da Simon Klose tra l’estate del 2008 e l’agosto del 2012. O almeno così sembra all’inizio della lotta.
Presentato al 63° Festival di Berlino e diffuso sul web contemporaneamente alla prima, il documentario ripercorre le vicende dei tre creatori di The Pirate Baye del loro tête à tête giudiziario con la grande Hollywood.

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Smart TV: bella, non bellissima… ma ora che ci faccio?

di Giorgio Riso

La più sottile, la più aggiornata, la più tecnologica, la più desiderata ed esteticamente accattivante delle televisioni è arrivata: ecco a voi la Smart TV. Questo gioiello dell’elettronica ha immagini tanto perfette da sembrare reali e a confronto i vecchi screen lcd appaiono obsoleti. La Smart TV è la TV del futuro: è un po’ TV, un po’ computer, un po’ tablet. Per alcuni modelli, è anche possibile gestire il televisore comodamente dal divano di casa con l’uso della voce e collegare, con un solo touch, tutti i device disponibili per far fluire il blob di contenuti multimediali dei nostri archivi. In poche parole un nuovo modo di vivere l’esperienza dell’home entertainment. Continua a leggere

Online TV (USA Edition): si procede per tentativi

di Paola Brembilla

È uscito il nuovo report di Netflix, secondo cui la compagnia conta oggi 29.81 milioni di sottoscrizioni negli Stati Uniti e 8 milioni worldwide. Dal 2016, inoltre, Netflix sarà il primo canale distributivo dei film della Weinstein Co. subito dopo la loro uscita cinematografica, bypassando così la finestra della pay TV (si legga: HBO). Ah, dimenticavo: Netflix sarà anche incluso nell’offerta di una piattaforma pay TV di Virgin Media, aprendosi così sia alle corporations, sia al mercato britannico.
Google, dal canto suo, ha di recente lanciato Chromecast, una chiavetta con porta HDMI che, una volta collegata al televisore, utilizza i nostri smartphones, tablets e portatili per visualizzare YouTube e Netflix in TV. Costo: 35$. Continua a leggere

Il cambiamento si accetta grazie alle pubblicità

di Mario Palomba

Nel mondo della pubblicità l’aspetto più importante è quello di trasmettere il proprio messaggio agli spettatori nella maniera più incisiva possibile, in modo da collegare emozioni positive al prodotto che si intende pubblicizzare evitando di mostrare quelle situazioni che potrebbero infastidire lo spettatore. Per fare questo non si può prescindere dall’attingere ad una serie di simbolismi che, per evidenti motivi, risiedono nel bagaglio culturale dell’azienda e soprattutto del pubblico che si vuole far diventare cliente. Continua a leggere

James Van Der Beek: Dawson, meme, brand

di Paola Brembilla

Perché mostrare al mondo i vostri sentimenti con un’espressione facciale, quando c’è James Van Der Beek che lo può fare per voi? Sì, proprio lui, il protagonista di Dawson’s Creek, colui che ha donato nuove sfumature all’espressione Craft of Acting. Ma bando ai preamboli sarcastici, arriviamo al dunque: cosa ci facevano i Van Der Memes a un convegno sugli Ephemeral Media? Ci facevano che, proprio a partire da uno di questi Ephemeral Media, James Van Der Beek ha dato il via a un’ampia operazione di rebranding della propria immagine, costruendosi così una rinnovata popolarità. Continua a leggere

CacaoWeb e StreamingDB: distribuzione illegale o distribuzione d’avanguardia

di Gabriele Prosperi

Avrete presente IMDb o Wikipedia: enciclopedie, accumuli di conoscenza; in altre parole archivi, database informativi che sono diventate esperienze molto più attive di un classico catasto. Conoscenza online, disponibile a tutti e soprattutto 2.0.
Ora immaginate qualcosa di simile… ma applicato al video: ogni prodotto che vi viene in mente – film, serie tv – rintracciabile, scovabile e soprattutto fruibile lì sul momento. Beh, qualcosa del genere già esiste: si chiama streamingDB. Ma prima una premessa: cos’è successo allo streaming negli ultimi anni? Continua a leggere

Free, radical and avant-garde: UbuWeb e l’economia del dono

di Gabriele Prosperi

Qui c’è veramente di tutto: da Pina Bausch a Fred Astaire, dalle poesie sonore alla danza contemporanea, da Beckett a Monk, da Cage a Cale, da Godard a Debord. Una lista innumerevole di video, registrazioni sonore e quant’altro di artistico vi possa venire in mente: UbuWeb è uno dei più importanti archivi d’arte presenti in rete. Ma soprattutto uno dei pochi a essere completamente gratis. Continua a leggere

Quando un trattino diventa nazionale: In Treatment – L’appuntamento

di Gabriele Prosperi

Siamo ormai piuttosto abituati a titoli di film e serie con trattino: da Boardwalk Empire – L’impero del crimine a Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore. Quando si parla poi di “titolo per il mercato italiano”, spesso si degenera in scelte curiose – ancora mi chiedo chi decise di trasformare un bellissimo Eternal Sunshine of the Spotless Mind in Se mi lasci ti cancello.
Siamo però meno abituati a una strategia tipicamente statunitense, quella del remake nazionalizzato. È il caso dell’ultima novità firmata Sky Cinema che con In treatment – L’appuntamento riporta in TV Sergio Castellitto, alias lo psicanalista Giovanni Mari. Continua a leggere

Protezionismo audiovisivo: il caso brasiliano

di Carolina Guarienti

Il grande dubbio quando si parla in “protezionismo televisivo” è ovviamente: sono d’accordo o no? È da mesi che ci penso, ma, se oggi credo che sia una gran cosa, domani forse mi accorgerò che non è così buono come sembrava prima. Il fatto è che ci sono così tanti pro e contro che la bilancia tende sempre a restare equilibrata. Nello specifico, mi riferisco alla Lei da TV à Cabo (Legge della PayTV), varata il settembre scorso in Brasile. La legge, tra altre modifiche, ha come obbiettivo primario quello di proteggere l’audiovisivo locale.
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La M-Corporation di MTV e l’effetto straniante del “Ma a che punto siamo arrivati?!”

di Gabriele Prosperi

Non so se avete fatto caso anche voi alla pubblicità della M-Corporation che sta dilagando su MTV da qualche giorno. Certo un messaggio come questo è difficile da accettare moralmente… e lascia abbastanza straniti: Continua a leggere

Real Time nel terzo polo: vince la serialità

di Paola Brembilla

Mentre tutti erano impegnati a guardare dall’altra parte – verso La7 e Sky – Discovery Italia ce l’ha fatta: è diventato il terzo polo televisivo  per ascolti.
Il gruppo Nuova Discovery, capitanato dal CEO Marinella Soldi (come si dice, il destino in un cognome), porta a casa un 5,1% di share medio annuale, battendo Sky (4,8%) e La7+MTV (4,5%). Continua a leggere

Gli spot del canone Rai, ora senza zucchero

di Fix

Sui canali Rai ci si imbatte in una pubblicità singolare. Un video che propone alcuni modi originali per usare il proprio televisore: lo si può trasformare in una simpatica cuccia e, perché no, anche in un grazioso acquario. Uno pensa di guardare la pubblicità di Paint Your Life e proprio quando comincia ad apprezzare le proposte, capisce che invece è il nuovo spot del canone RAI. Continua a leggere

Il caso Netflix: espansione o competizione?

di Paola Brembilla

La cable television dichiara guerra alla televisione online, o meglio, al non-linear consumption. Sembra questo il messaggio implicito di John Landgraf, presidente della rete FX, che dalle pagine di The Hollywood Reporter lancia una campagna perché al Web siano applicate le stesse leggi di mercato della televisione tradizionale. Landgraf sostiene infatti che anche la televisione online debba essere soggetta alle misurazioni Nielsen, in quanto solo così sarebbe possibile mettere davvero sullo stesso piano il Web e il broadcasting. In parole povere, l’industria televisiva ha bisogno di capire quanto debba preoccuparsi per l’avvento della televisione online. E per farlo, ha bisogno degli stessi termini di paragone. Continua a leggere

La chiusura di “Fringe”: questioni di business

di Paola Brembilla

Fringe: J.J. Abrams, science-fiction, atmosfere tra The X-Files e The Twilight Zone, Pacey Witter Joshua Jackson. Quando la serie debutta su FOX, il 9 settembre 2008, il successo sembra annunciato. E infatti il pilota si guadagna 9,13 milioni di telespettatori, con l’ottimo rating del 3,2% nella fascia demografica 18-49, quella più importante per gli sponsor e dunque più redditizia per le reti. I numeri crescono nel secondo episodio, che supera i 13 milioni di telespettatori. Già alla fine dell’ottobre 2008, Fringe è lo show più visto nei 18-49. In breve, un successone di pubblico e critica.
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