di Stefano Monti
La spettacolarizzazione dell’elemento violento, specialmente quando al limite della sopportabilità visiva, negli ultimi anni è stata oggetto di un’interessante riflessione etica ed estetica che ha coinvolto diversi media. Dalle espressioni cinematografiche di più parti del mondo, fino allo sviluppo della reality tv e all’affermazione della serialità, senza risparmiare alcune fra le più recenti forme di intrattenimento multimediale come i processi interattivi di gamification (LINK ‘OTTAVA DECLINAZIONE’) oggi nel vivo del loro sviluppo, la maggior parte degli strumenti dell’audiovisivo è stata condizionata da una specifica tendenza comune votata alla rappresentazione della violenza, specialmente nelle sue oscillazioni più estreme. Considerata l’imprescindibile influenza reciproca fra le varie forme dell’espressione culturale e mediatica, a questa inclinazione non è rimasto estraneo nemmeno un altro fenomeno, ai giorni nostri di grande pregnanza culturale: il videoclip musicale.