2013: Odissea nell’universo (filmico) femminile

di Augusto Ruggeri

Non so se si possa parlare di women exploitation. Certo è che questo 2013 ha messo in luce la donna in tantissime vesti. O senza. Il corpo femminile è stato messo in mostra come non mai. Viene subito in mente La vita di Adele, un film di tre ore con ben nove minuti di sesso saffico. Esplicito. Niente controfigure. E, sorprendentemente, niente censure. Poi c’è Marine Vacth in Giovane e bella, Lindsay Lohan in The Canyons, Amanda Seyfried in Lovelace e molti altri esempi.

Ma non si tratta solo di questo. Accanto agli esempi appena citati, che in alcuni casi segnano il confine tra cinema d’autore e pornografia, ce ne sono molti altri di storie che indagano l’universo femminile, senza dover mostrare alcunché di “spudorato”.

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Mockumentary – Woody Allen

di Nicola Donadio

“Ehi vogliamo andare alla discarica a sparare ai topi?”. Questa stupefacente domanda di Emmet Ray, il protagonista di Accordi e Disaccordi, sembra un’ottima trovata comica e niente più. Eppure rivedendo I Pugni in Tasca di Marco Bellocchio è strabiliante notare come questo assurdo passatempo sia una delle inquietanti abitudini anche del protagonista di questo film che, per usare un eufemismo, è un film drammatico mentre Accordi e Disaccordi, non solo è una commedia, ma è anche il terzo mockumentary di Woody Allen.

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Guida cinefila per autostoppisti: i nostri preferiti

Anche per quest’anno, abbiamo fatto: il Laboratorio di Scrittura per il Web 2014 è terminato lo scorso 12 marzo e adesso vogliamo sfogarci un po’. Insomma, siamo stati alle regole (o alle norme redazionali), abbiamo cercato argomenti sia extra che intra-universitari, abbiamo cercato di essere il più “interessanti” e “leggibili” possibile. Ora, con questo articolo, vogliamo invece celebrare noi stessi e le nostre passioni – o i nostri guilty pleasures.

Ecco quindi, che vi interessi o no, i nostri film preferiti: quel film che “proprio non può mancare”, quello che abbiamo visto 10, 100, 1000 volte o quello che, a un certo punto, ha cambiato tutto! La scelta è quasi impossibile, ma proviamoci: qual è il vostro?

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Tutte le donne (e le canzoni) di Woody Allen

di Federica Marcucci

Blue. Triste. Blue come quell’incalzante rapsodia che ci accompagnava nel celebre preludio di Manhattan. Blue come la luna della canzone amata dalla protagonista, metafora di un passato che non ci lascia, anzi ritorna quasi per stritolarci, per farci impazzire. Blue come quel nome, Jasmine, immagine di un’ipocrisia che per vie traverse porta allo sfacelo. Il personaggio che Woody Allen cuce addosso alla straordinaria Cate Blanchett raccoglie in sé tutta l’eredità di una lunga serie di donne del suo cinema.

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