di Augusto Ruggeri
Non so se si possa parlare di women exploitation. Certo è che questo 2013 ha messo in luce la donna in tantissime vesti. O senza. Il corpo femminile è stato messo in mostra come non mai. Viene subito in mente La vita di Adele, un film di tre ore con ben nove minuti di sesso saffico. Esplicito. Niente controfigure. E, sorprendentemente, niente censure. Poi c’è Marine Vacth in Giovane e bella, Lindsay Lohan in The Canyons, Amanda Seyfried in Lovelace e molti altri esempi.
Ma non si tratta solo di questo. Accanto agli esempi appena citati, che in alcuni casi segnano il confine tra cinema d’autore e pornografia, ce ne sono molti altri di storie che indagano l’universo femminile, senza dover mostrare alcunché di “spudorato”.