Wes Anderson è ovunque

di Claudio Balboni

Nella schiera di registi americani che si sono affermati tra gli anni ’90 e i 2000, si leggono nomi come Alexander Payne, David O. Russel, Spike Jonze, Paul Thomas Anderson. Tutti questi artisti hanno saputo dare ai loro film quel tocco personale in grado di distinguerli dalla maggioranza dei prodotti hollywoodiani, basati invece su una messa in scena classica e una rigida struttura in tre atti. Tra questi autori contemporanei però quello che può dirsi veramente incofondibile è Wes Anderson.
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Cinema del futuro. Un festival possibile.

di Giacomo Manzoli

Uno dei grandi problemi dei canonici Festival europei (e occidentali in genere: Venezia, Cannes, Berlino…) è la tendenza a costituire un sistema chiuso, un campo autonomo. Finché il cinema è stato il core business dell’industria culturale, si poteva pensare che questo sistema funzionasse come le fiere (esibizione dei prodotti di punta) o come la punta dell’iceberg di un sistema creativo, dove venivano presentati i prodotti di avanguardia, dove era possibile vedere quali sarebbero state le forme destinate a caratterizzare in futuro un dispositivo in costante evoluzione.
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A postcard from Italy. La grande bellezza e il successo americano

di Diletta Drago

E’ il film più discusso degli ultimi mesi, dalla sua uscita nelle sale italiane, nel maggio 2013.

In Italia ha diviso nettamente la critica ma all’estero, e in particolar modo in America, ha incantato il pubblico vincendo premi e onoreficenze da ogni istituzione cinematografica. Stiamo parlando dell’ultimo film del partenopeo Paolo Sorrentino, La grande bellezza.

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